Al posto di Elena Paride ha rapito e portato a Troia, senza saperlo, un simulacro plasmato dagli dei, in tutto e per tutto identico alla sua amata. Dopo dieci anni di una guerra combattuta per tale “eidolon”, Troia è espugnata e Menelao si riprende quella che crede sua moglie per ricondurla a Sparta. Trascorrono altri sette anni di peregrinazioni per mare e l’eroe greco naufraga sulle coste dell’Egitto. Qui, diciassette anni prima, Ermete aveva trasportato in volo la vera Elena, che, rimasta per un così lungo periodo sotto la protezione del re Proteo, non ha mai abbandonato la speranza di ritrovare il marito e di dimostrargli la propria innocenza. Ora, finalmente, il fato ricongiunge i due, ma il riconoscimento della consorte da parte di Menelao - convinto che la vera Elena sia quella lasciata poco prima in una spelonca sotto la stretta sorveglianza delle sue guardie - è tutt’altro che immediato: solo la testimonianza del nunzio, che sopraggiunge trafelato per riferirgli della prodigiosa sparizione dell’altra Elena, riuscirà a fugare ogni dubbio. Le peripezie dei due, però, non finiscono qui: per poter ritornare a casa e vivere “felici e contenti”, come si conviene nelle favole, Menelao ed Elena dovranno riuscire a ingannare il nuovo re d’Egitto Teoclimeno, ostinato pretendente della bella Spartana, escogitando un ingegnoso piano di fuga.
Questa è la romanzesca trama dell’ Elena di Euripide, che sfrutta il motivo dell’ “eidolon” – già noto alla tradizione mitologica – per riabilitare la figura di Elena, scagionandola da ogni responsabilità e presentandola come vittima di un capriccio divino. Come si può facilmente intuire, però, tale versione del mito si presta a diverse ipotesi di lettura. Quella da cui ha preso forma il lavoro Elena o il sogno del doppio, libero adattamento del dramma euripideo, di cui amplifica gli sconfinamenti nel comico, interpreta tutta la vicenda come un’invenzione della stessa Elena: la donna, insomma, per sfuggire ai sensi di colpa, si sarebbe abbandonata all’immaginazione, addossando a un fantomatico “doppio” tutte le proprie responsabilità e avventurandosi nel sogno a occhi aperti di una vita di segno opposto alla sua, ovvero improntata al valore della fedeltà coniugale.